Ore 2,00: la neve continua a cadere copiosa, e noi imperterriti siamo pronti con i nostri zaini pesanti e con gli sci ai piedi.
All’alba giungiamo alle rocce Pastukhov. Nessuno dice una parola. L’unica voce udibile è quella del vento che ci accarezza la faccia con meno impeto dei giorni precedenti. Ogni metro che guadagnamo sappiamo che l’Elbrus non ci è ostile e che forse Elio ci sta accompagnando.
Passiamo un paio di gruppi cotti dalla fatica. Durante la notte la copiosa nevicata ha aumentato il pericolo valanghe e il nostro sforzo nella progressione in neve fresca…così, uno ad uno, senza forzare il pendio, passiamo e ci affidiamo alla buona sorte. .... (segue)
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